sabato 30 ottobre 2010

Giochi Preziosi

Ma quell'Enrico Preziosi che si dice schifato dell'atteggiamento dell'Inter è lo stesso che nel 2007 è stato condannato a 4 mesi di reclusione per frode sportiva e che nel 2008, approfittando del pacchetto (in)sicurezza del Ministro Alfano, ha patteggiato 23 mesi di reclusione (poi indultati, che discorsi) per bancarotta fraudolenta? No, dico io, ma con che cazzo di coraggio parla questo qua??

lunedì 25 ottobre 2010

"Congresso" provinciale PD.

Approfitto di un volo Trapani-Pisa per scrivere di getto due righe di riflessioni sul congresso PD appena terminato. Pur ignorando con precisione i risultati finali e definitivi, ho comunque appreso che il congresso è stato vinto da Marco Niccolai con circa il 57% dei voti validi: certo, non si tratta di percentuali bulgare, ma comunque Marco ha la maggioranza dei voti in assemblea e se, come spero, riuscirà a mettere in campo un'azione incisiva e condivisa, chissà che non riesca ad ottenere una maggioranza fattuale maggiore di quella formale. Resta ovviamente l'incognita del gruppo della lista impropriamente detta Bersani che, bacchettati ulteriormente dalla revoca del nome direttamente dal segretario nazionale, potrebbero trovarsi disorientati in un gruppo (quello promotore della candidatura Niccolai) al quale non meno di qualche mese fa avevano giurato guerra eterna. Ma niente può esser dato per scontato: del resto, anche Fini nel 1996 disse che non avrebbe mai preso nemmeno un caffè con Bossi (poi hanno governato a braccetto per 5 anni...), e lo stesso Bossi qualche lustro fa dava del mafioso all'amico Silvio.

Resta da capire cosa farà il gruppo che ha sostenuto Simona Laing (che, a scanso di equivoci, ho votato, pur non presentandomi in lista per motivi squisitamente politici). La mia speranza è che non si costituiscano in gruppo in assemblea, e che al tempo stesso non cerchino ad ogni piè sospinto di far cadere il segretario; il quale, a mio modesto avviso, dovrebbe inserire nella sua segreteria un paio di persone dell'area che lo ha avversato al congresso, perché ci sono alcune personalità assai valide che vanno messe alla prova. Ma qui entrano in gioco equilibri e trattative che non mi competono, e che quindi lascio a chi di dovere, nella speranza comunque che vengano accolte.

Adesso il congresso è finito, per fortuna. È stato un congresso assai duro, pieno di colpi di scena, trabocchetti e trappole più o meno bene tese. Ed è stato anche un congresso che ha vissuto momenti di alta tensione, primo su tutti quello indecente di Pescia dove la candidata alla segreteria provinciale Simona Laing è stata accolta da male parole ed insultata: dobbiamo fare estrema attenzione ad episodi come questo, che denotano un clima che non mi piace per niente e che è figlio delle divisioni e delle personalizzazioni che da anni caratterizzano il nostro partito locale. E che ci espone all'esterno con figure di merda che non ci convengono.

Ora è il momento di tornare a lavorare, di tornare a fare politica, è tempo di riscoprire il piacere di fare politica tra la gente e per la gente, con la speranza che la partita del comune di Pistoia non catalizzi l'agenda politica provinciale e non sprofondi nuovamente il partito nel baratro delle liti interne dettate dall'ambizione e dall'arrivismo di alcuni. Ma forse questa è solo un'illusione, un sogno dal quale mi risveglierò (ahimè, ancora una volta) tutto sudato.

PS: mi scuso con i lettori più sensibili se ho chiamato "congresso" un comitato elettorale dove chi ne aveva diritto si è recato a votare in base a quanto consigliato dal caporione di riferimento, senza un minimo di argomentazione politica, ma il regolamento ci ha imposto di chiamarlo così.


- Si avvisano i lettori che per scrivere ste robe ho addirittura consumato la batteria del mio iPad.

domenica 24 ottobre 2010

La schedatura ai tempi di Facebook.

Scommettiamo che il decreto Pisanu verrà prorogato con il "milleproroghe"?

Sul web abbiamo all'incirca la stessa libertà della Cina

- Si avvisano i lettori che per scrivere ste robe ho addirittura consumato la batteria del mio iPad.

martedì 19 ottobre 2010

E se il romeno fosse stato Alessio?

Riprendo questo articolo del blog di Laura Boldrini su Repubblica.it perchè esprime con parole chiare le mie riflessioni su questa triste vicenda.

"E’ inutile dire che se al posto di Maricica Hahaianu ci fosse stata una donna italiana di 32 anni, madre di due figli, quest’omicidio avrebbe suscitato tutt’altre reazioni. Specialmente se a commetterlo fosse stato un giovane romeno. Il fatto di cronaca sarebbe stato presentato nel quadro delle questioni di sicurezza legate alla presenza di immigrati in Italia. E su questo, sull’equazione immigrati uguale minaccia alla sicurezza, nei talk show televisivi e sui giornali se ne sarebbe parlato per giorni arrivando a stigmatizzare tutti i rumeni come “popolo violento” e per estensione attribuendo agli immigranti un alto livello di pericolosità. Vi sarebbero state fiaccolate di solidarietà verso la famiglia e proposte per inasprire le pene per gli immigrati che delinquno. Magari vi sarebbe stato anche qualche esponente delle istituzioni che si sarebbe costituito parte civile.

Una doppia violenza quella contro Maricica, contro la donna e contro l’immigrata.

Invece purtroppo non suscitano dibattito le frasi gridate dagli amici di Alessio Burtone mentre i Carabinieri lo prelevavano dalla sua abitazione. “Ammazzane un’altra!” “ Roma non ha più un sindaco. Da oggi Alemanno è il sindaco di Bucarest”, “Alessio libero”. E poi l’applauso.

Addirittura gli stessi zelanti amici di Burtone hanno anche cercato di delegittimare Maricica presentandola come una persona che cercava pretesti per litigare. “Tempo fa si è fatta menare per prendersi i soldi del risarcimento” avrebbe detto uno di loro sostenendo quindi che non è Burtone il copevole, bensì lei una provocatrice. Uno sfregio che vuole colpire anche la memoria di questa donna.

Il tenore di tali frasi denota sprezzo verso la giustizia, verso la ricerca della verità e anche verso il principio che chi commette un crimine ne deve rispondere. Un segnale chiaro di un clima teso e preoccupante, da non sottovalutare."